Ci sono dei momenti in cui ti rendi conto che forse qualcosa sta per cambiare. Come quando ti prude il naso un attimo prima di starnutire. Quei momenti che racchiudono segni. Piccole cose, all’apparenza insignificanti, ma che urlano silenziosamente “Simona, arriva una nuova era…Non prepararti, tanto non puoi!”.
E così vedo lumache che s’accoppiano, in un’umida ma rinfrescata sera di inizio estate, sulla passeggiata sul lungofiume.
E così non riesco più a dormire bene: i miei due fantastici cuscini sono diventati inutili e sto scomoda. A pancia in giù, mia posizione storica preferita, non prendo sonno. Su un fianco nemmeno. Ora mi addormento a pancia in su, con la testa dritta, che non gira né a destra né a sinistra. Manco fossi morta.
E poi non ho fame e voglio le verdure. Preferisco evitare il caffè. Solo le sigarette rimangono uguali, per tipo e numero!
Sento che qualcosa si sta smuovendo. Non in me. Tutto intorno a me mi smuove a smuovermi. Mi impone di cambiare, di rivedere qualcosa, di rivivere diversamente.
Mi sento leggera, trasportata dalle solleticanti sensazioni che mi provoca il mondo, accarezzandomi. Mi immagino a stiracchiarmi, con la testa rivoltata all’indietro e gli occhi chiusi. Tutto si distende, riprende fiato.
Mi accorgo, rendendomene conto, che scendo in me stessa, mi addentro senza tabù e quasi senza le solite cortesie e i rifiuti che il parlar con la mia me mi impone. Sono più disponibile a me stessa. Siamo tutte d’accordo e tutte una.
E non si deve parlare, bisogna solo lasciarsi prendere per mano e farsi trascinare, ancora sonnecchianti mentre ci si stropiccia gli occhi, verso dove non si sa e non importa nemmeno saperlo. Perché quando non capisci più come sei, che forma hai, allora ti stai plasmando alla vita che scorre. E tu scorri con lei. Tutto scivola, ma ogni cosa è inondata dal tuo desiderio di conoscenza.
Si metta in salvo chi non sa nuotare.
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